– Forse ha ragione
– indubbio
– Però permettimi di dirti una cosa
– si?
– il tuo più gran talento mica è quello di far felici le donne
– minchia, nemmeno quello
– a voler ben vedere, direi di no.
– dici?
– dico, cazzo. Hai fatto più vittime tu dell’Ebola. Oggettivamente non ricordo una donna che tu abbia reso felice. Spari certi colpi…
– involontariamente. Anzi. Contro la mia volontà.
– si chiama fuoco amico. Involontariamente un cazzo. La mano che spara è sempre la tua.
– scusa, e quale sarebbe il mio talento più grande?
– così mi metti in difficoltà.
– nel senso che sono un mediocre in tutto?
– non iniziare con la depressione da autunno. Tu hai un sacco di talento. Diversamente, non saresti arrivato dove sei arrivato.
– dici davvero che non ho mai fatto felice nessuna?
– …
– Cristo, è una roba atroce.
– in effetti.
– sai le donne quando sono felici davvero?
– non iniziare con le tue spippate filosofiche del cazzo.
– sto dicendo sul serio. Sai quando le donne sono felici davvero?
– …
– quando hanno la percezione di avermi evitato.
– tipo una grandinata?
– più un brutto temporale d’estate.
– non colgo la differenza. Sono due birre indietro per cogliere le sottili differenze che passano tra una grandinata e un temporale.
– La grandinata è distruttiva. Il temporale rinfresca. E’ quasi un bene, a volerlo vedere così.
– mah
– davvero. Ho capito questo. Le donne della mia vita sono felici quando hanno la percezione di esserci passate, ma che è tutto finito. Il fresco, e poi ancora l’estate.
– dimmi che tu tipo vai a letto e pensi a queste cose.
– sto mettendo insieme i pezzi. Ma tutte le mie ex, dico tutte, sono così. Quel sorriso quasi ebete, nel guardarmi, quell’aria sollevata nell’osservare la distanza che intercorre tra me e loro, quel senso di vittoria, per esserne uscite.
– io bevo ancora, perchè se no la conversazione è zoppa. Tu sei troppo avanti con l’alcool.
– Le donne della mia vita hanno trovato il loro momento, in questo temporale, e il loro futuro nell’estate.
– Io vorrei essere un’estate per una donna.
– Tu non scegli cosa essere.
– Potrei essere qualcos’altro?
– sei stato molte cose. Sei anche stato una brutta nevicata, che copre tutto, affonda i rumori, addormenta, infreddolisce. Ma poi si scioglie.
– fanculo, parlavamo male di te, mica di me.
– l’illusione, secondo me, è non capire davvero che cosa si è.
– Signori e signori, alta filosofia d’amore, spiegata alle otto di sera, in una soleggiata periferia davanti a del pessimo vino e una birra calda.
– intanto, secondo me, è così.
– mah, non saprei.
– l’amore è come una stagione
– l’unica cosa che mi viene in mente di risponderti è che la birra calda è come una figa asciutta. Non serve.
– anche questo è vero.
– abbiamo trovato un accordo.