Up and Down

Inoltre, buona parte della mia esistenza la passo a rifiutare richieste d’amicizia su facebook. Gente sconosciuta che si presenta con una foto due  per due e un nome. Nel migliore dei casi, è un amico di amici di un amico di un mio compagno del liceo. Nel peggiore dei casi è uno sballone metallaro amico di qualche locale che in una vita passata ho assiduamente frequentato pur di bere del rhum caldo. Ci sono anche una discreta quantità di dubbie femmine, che già nella foto dichiarano l’intento riproduttivo sotto compenso. Sicchè, il rifiutare queste amicizie mi occupa parecchio tempo. Non che il resto del mio tempo digitale sia occupato meglio: delle mie tre caselle mail solo una è per ora immune allo spamming violento. Le altre due sono abitate da centinaia di newsletter, un flusso di informazioni devastante su casali, piscine, libri scontati, moto, appartamenti, lingue orientali e prolungamenti del pene. Si, prolungamenti del pene. Si, ricevo newsletter sul prolungamento del pene. No, non spam come quelle del viagra. Una newsletter, con tanto di breve editoriale, storia di un testimone dal pene prolungato e gli incredibili numeri dei peni che si prolungano. Non ho ben capito come funzioni l’operazione, ma mi sono soffermato brevemente su una meditazione interiore volta a capire se il prolungamento del mio pene possa effettivamente cambiare la mia vita in meglio. Sembrerebbe di no. Alla fine, mi tengo il mio pene e spero che le mie relazioni lavorative e la mia vita professionale e affettiva non ne risenta. Poi sta arrivando la primavera. Lo dicono i fiori, che nascono riempiendo di colori la mia zona. Lo dice il sole, che arriva prima e va via più tardi. Lo dico io, che ho un bisogno spasmodico di primavera. Vesto leggero da due settimane, sfidando il freddo artico e i venti polari e portando serenamente una polmonite in giro per la città, tossendo tutta la mia vita e consumando tredici fazzoletti di carta all’ora. Quando la primavera arriverà, io sarò pronto. Sono pronto da febbraio, sarò pronto fino a giugno, casomai volesse passare.

Per il resto, nulla. Sto seguendo dei sogni e faccio di tutto per realizzarli. Ad esempio erano anni che volevo iniziare un post con "inoltre" e finalmente l’ho potuto fare. Mi sto perdendo nella città e nelle sue storie, e passo un sacco di tempo ad ascoltare gente. Questo, devo dire, non lo avevo mai fatto. Ho trovato un vecchietto che coltiva tulipani contro la tangenizale, su una striscia di verde appena sotto la curva di Linate. Ho trovato un riparatore di biciclette che ha un sacco di tempo da perdere a parlare di tram. Il mio farmacista perde intere ore a spiegarmi gli innegabili vantaggi del vino rosso di qualità. Ho fatto spesa in libreria, perchè sto provando, ci ho provato, in tutti i modi a leggere Roth. Ma non ci riesco. Non riusciamo a incontrarci. E’ un disastro. Poi ho incontrato un libro davvero brutto: La Vocazione, di Cesare De Marchi. Insomma, lo scaffale dei libri abbandonati ha subito in incredibile allungamento. 

Fortunatamente ho ricominciato a scrivere. Quello che mi viene meglio. Poesie. Anche se mi viene molto meglio leggerle. Devo, ultimamente, perfezionare la tecnica, perchè l’ultima poesia: "Barracuda e Brevimano" è andata persa. Scritta su un foglio a quadretti, lasciata in un bar nel bel mezzo dell’Emilia. Forse sarà sepolta sotto mezzo metro di neve. Rischiavo la stessa fine.

Ho ricominciato a fare la valigia con grande frequenza, parto sempre dagli stessi posti e arrivo sempre negli stessi posti. La valigia, invece, parte con me ma spesso decide di fare approfondimenti culturali su come vengano gestiti i bagagli in altre capitali europee. La mia valigia è stata in graziose cittadine che io non ho mai visto. Un peccato, certe cose si dovrebbero fare insieme.

a presto

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