La Psicologia della Supposta (dietrologia)

Mentre la Signora passa in rassegna tutta la libreria di iTunes, cantando a squarciagola tutti, dico tutti, i titoli presenti esclusi quelli da me introdotti, cerco di lavorare a uno splendido e coinvolgente progetto culturale: mettere ordine tra gli ultimi libri comprati, regalati, forniti e rubati. Ammettevo giusto oggi al buon AdrianoBaroneGrandeScrittore, che questo per me, in questo periodo, è già uno sforzo immane.

"metti Pablo Cialella, Dura La Vita a Milano Città"

"Ma non dire cazzate".

Insomma questa cosa di essere una specie di soffice pandoro, splendente nella sua velatura di zucchero, morbido già alla vista, incomprensibilmente dolce, appoggiato sulla tavola imbandita per Pasqua, non mi fa stare male. Sono semplicemente fuori stagione. Arriverà il mio momento.

"Ti prego i REM mi deprimono"

– inizia a cantare tutta The Great Beyond, senza tralasciare il tono strascicoso di Stipe.

Sono un Pandoro a Pasqua, è vero, ma Natale arriva per tutti. E per i Pandori, Natale è come il giorno del Ringraziamento per i Tacchini. E’ la suprema consacrazione di una intera vita passata, inconsapevolmente o meno, a prepararsi.

Breve interludio degli XX, la band più trasgressiva d’Inghilterra, perfetta per un fine ottobre con pioggia a Milano. Roba per cui bisogna bere molto rhum.

Ho finito di leggere Zia Mame, postfazione compresa. E rimane, al solito, il gustoso vuoto tipico di tutti i post-qualcosa-di-davvero-bello. Che poi Zia Mame sia diventata un’icona omosessuale per un paio di generazioni di yankees, che poi il libro abbia la copertina rosa, che poi la storia sia uno splendido film per trentenni con la lacrima facile appena scaricate da fidanzato secolare, insomma che tutto porti a una mia omosessualità latente, mi spaventa poco. Sul fondo della seconda vasca della piscina, questa sera, mentre ascoltavo il preoccupante cigolio della mia spalla sinistra e con la coda dell’occhio guardavo un enorme culona approcciarsi al bordo vasca, pensavo che la divisione del mondo in due sessi è alquanto limitante.

Dopo un breve giro di Kid Rock tutto si spegne: inizia la delicatissima fase di masterizzazione dell’opera.

Beh, guardo la mensola bianca sopra il letto e aspetto che uno dei titoli che mi guardano, piova su di me. C’è Zafon, con Marina. Ma l’amore per la sua Barcellona è finito dopo L’Ombra del Vento. C’è un libro regalatomi dalla Signora a Madrid, che sembra il miglior candidato, "Vedi Di Non Morire". Poi c’è Fante, che mi sono comprato in preda a un periodo di malinconici ricordi universitari. Ma Fante, se letto in questo periodo, potrebbe spianare la già ripida discesa del sottoscritto verso l’alcoolismo totale. Ci sarebbe Izzo, ma non ho voglia.

E ricado nella Psicologia Della Supposta, che prevede l’immobilismo dopo qualcosa di stupendo, per prevenire brutti seguiti. Così fu dopo aver fatto l’amore con una tale Maria Romana. Ho girato tutta l’estate per Ios felicemente abbracciato a una bottiglia di coca e rhum, evitando con attenzione ogni possibile contatto con l’altro sesso (uno dei sette sessi), per non rovinare tutto. Così fu per quasi due anni dopo aver comprato Live at Wembley dei Queen. Niente avrebbe potuto avvicinarsi lontanamente a quel concerto. Così, cercando di farmi crescere i baffi, non ascoltavo nemmeno la radio. Così fu per mesi dopo Kundera, così penso sarà per parecchio dopo aver visto Bastardi Senza Gloria. Perchè la Supposta si annuncia sempre dolorosamente.

Qualcosa dovrò pur leggere visto che, come il mio amico AdrianoBaroneGrandeScrittore mi ha fatto velatamente notare, non sono per nulla utile all’umanità in altro modo se non nella veste di acquisitore di libri. E in più, in pochi giorni, mi aspettano trenta ore di volo. Roba da finire il Signore Degli Anelli un paio di volte.

Ma sul come si faccia a ricominciare dopo qualcosa di davvero bello non sono certo di aiuto.

Chiuderò il pc e andro davanti alla mensola bianca. Qualcosa mi cadrà in testa.

La Signora ha appena finito la grande opera di masterizzazione. Il volume, che potremmo chiamare Sintesi degli Accostamenti Difficili, prevede nell’ordine:

Amy McDonald: autrice di discreto livello che compare ossessivamente in tutte le playlist di iTunes, in tutti i cd della macchina e in tutte le compilation che passano da casa.

Bebe: di difficile definizione. Va bene a piccole dosi

Cake: un gruppo una leggenda. La Signora voleva toglierli, ma iTunes si è ribellato. La loro presenza innalza di molto il valore del disco

Dolores O’riordan: alla quale io toglierei tranquillamente il microfono. Insopportabile in formazione, figurarsi da solista.

Franz Ferdinand: si beh, ok, va bene, i Franz Ferdinad. Però dopo due o trecento pezzi stancano

Florence and the Machine: ascoltabilissimi ma a me completamente sconosciuti/a/e (?)

Glasvegas: un paranoide che si è arrabbiato con il padre. Anche qui, come per i Franz Ferdinand, vale la legge della moderazione: un pezzo ogni due o tre mesi è più che sufficiente.

The Gossip: a me piace lei dal vivo in tutta la sua colossale teatrale disfatta. Il corpo umano che cede alla gravità. Il brutto che vince sul bello, eppure la voce bella che vince sulle musiche brutte.

Green Day: come dare una svolta a un cd. In meglio

Jack Johnson: ci sta. Ci sta meglio da Marzo a Settembre. In Autunno e inverno è difficile. Come guardare un documentario sulle Maldive da Lodi a novembre nella nebbia.

 Kid Rock: lasciami dire che ti sei risorto da solo. Al merito per Pamela non si poteva aggiungere nulla.

 The Kooks: i Kooks alzano sempre il tono di un cd. Io sono innamorato della pronuncia, delle parole e delle loro pettinature.

 Lili Allen: mah

 Red Hot Chili Peppers: Hard to Concentrate non è una canzone è una poesia 

Tayol Swift: credo di non sapere con esattezza chi sia. Però canta bene

R.E.M.: mi piacevano un sacco quando avevo i jeans con il risvolto e non mi crescevano peli sulla faccia. 

Sheryl Crow: come chiudere un cd se non con una ballata strappa lacrime?

Io non farò mai il critico musicale. Anche qui, preferisco fare il divoratore, l’ascoltatore compulsivo. Mi viene meglio. Per dire quanto l’iTunes della Signora sia lontano dal mio iTunes di questi giorni, io mi sono appena fatto un cd che prevede si i Kooks, si i Green Day, ma anche un’ottima ripassata di storici Metallica, un giro di Iron Maiden d’annata, uno spolverio di Bad Religion, una attenta analisi di No Use For A Name, un piccolo giro di Mad Caddies, due o tre accenni ai Lag Wagon.

Roba, insomma, con cui iniziare la giornata.

 Inutile temporeggiare, la mensola bianca aspetta.

 

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