Vigilia di natale, sole di mezzogiorno. Inverno. Rumore di fondo, molta umanità operosa e indaffarata. Lievi postumi della serata, estenuante turn over di calcio balilla al Den, una partita una birra. Polsi doloranti, strisciante mal di testa. Pezzi di conversazione lasciati all’ombra di un parcheggio. Coda per entrare, coda per mangiare, coda per uscire. Coda. Sotto il sole d’inverno. Ero sicuro di aver salvato tutto sulla mia fedele penna USB. La penna numero sette, quella dove mettere tutto quello che si è scritto. Nella tasca destra, sempre, l’accendino e la penna USB. Quella numero sette, nera lucida, 8 Gb, design moderno. L’accendino Bic arancione è al suo posto, ci metto pochissimo ad accorgermi di essere uscito senza accendino. Difficilmente presto l’accendino. Accendere? Senza problemi, ma lo tengo io in mano. Paranoia da fumatore. Ordino un petto di pollo alla Bolognese. Estrogeni e proteine. Una naturale, temperatura ambiente e un contorno. Mi siedo in un angolo, verso le finestre, con questa strana luce che entra. Fuori si vede la statale, le case, la in fondo le montagne con la neve. Lo stesso panorama di sempre. Comincio a pensare che sia finto. Apro il computer. Ci mette sempre di più. Con la mano che scava nella tasca, cerco la mia fedele penna numero sette. Nera lucida. Compatta. Accendino trovato, c’è anche uno scontrino. Niente penna numero sette. Di colpo non mi va più il pollo. Ho bisogno di fumare, mentre cerco la mia penna numero sette dentro la giacca, nelle altre tasche, nella borsa. Trovo la penna numero cinque, grigia, goffa, e piena di roba del lavoro. Trovo la penna numero tre, con tutte le foto, ormai desueta, passata, quasi ridicola. Ho voglia di mandarino, perchè sento l’odore venire da un carrello fermo a un metro da me. Il tipo fuma, guardando le montagne con la neve. Beata illusione. Il carrello è pieno di acqua, vino, coca cola e mandarini. Stanno schiacciati contro l’acqua. Non trovo la penna numero sette. Vedo la mia immagine riflessa nella porta a vetri. Mi sto stempiando sempre di più e ho una faccia da straccio. Postumi da calcio balilla. Sono ufficialmente nel panico. Procedo verso la macchina. Cerco sotto, sopra, dietro, dentro. Niente penna numero sette.
Nella penna numero sette c’erano una decina di racconti. Forse solo uno appena passabile, il resto inutile. Una ordinata cartella di documenti di word. Ma la penna numero sette è nel paradiso delle penne perse. Magari chi l’ha trovata ha letto e apprezzato. Magari è finita dentro a un tombino. La mia penna numero sette conteneva un racconto in particolare, di una semplicità spiazzante, lineare, piacevole. Lo stavo finendo. Mancava giusto giusto la svolta, il tono e una controllata ortografica. Niente da fare.
Addio penna numero sette. Verrai, per scaramanzia, sostituita dalla penna numero otto, numero assai caro alla cultura giapponese.
Sono sicuro che nei paraggi c’era Sam Bonomo…quando si tratta di penne USB, se ti ricordi è il mago….nel perderle e dare la colpa a tutti. Era quella di Sam la ta USB n. 7 ? 🙂
Buon Natale Franz a te e la tua Signora, che sia sereno e felice.