Vorrei tanto dire che sono esasperato dagli andamenti incerti degli indici azionari, e nel contempo dalla fluttuazione euro-dollaro. Vorrei, anche solo per dire "esasperato" e "fluttuazione". In verità vivo intensamente. Punto. Faccio scatole colorate, in cui infilo attestati, post it, biglietti da visita, raccoglitori, studi di mercato, ricerche e ovviamente un po’ di cancelleria. Che senza la pinzatrice e il tagliacarte ho paura di non riuscire ad affrontare il domani. La scrivania si svuota, rivelando spazi incontaminati che mi ricordano quando sono arrivato qui. Ho anche il visto per l’Arabia Saudita che non è ancora scaduto, me lo metto in borsa, non si sa mai. E quel cartello "Everyone brings joy to this office, some when they enter and others when they leave", che fa tanto hardcore e che finirà sepolto in box o in qualche armadio, ma che è ancora sporco di Bud Light perchè fu, prima di essere cartello, comodo tavolo per un lauto pasto fuori dall’aereoporto di Orlando, quando si decise di mangiare per terra, piedi nudi e cravatta slacciata, aspettando quel maledetto Virgin Atlantic. Smantello lentamente il muro dei trofei, dove si snocciola tutta la mielosa vita attraverso fiere e convegni. Un piccolo cimitero di badge, eclettiche lapidi alla memoria del "c’ero anch’io". Come migrazioni stagionali, ricordano gli infiniti passaggi: settembre Amsterdam, ottobre Berlino, novembre Dusseldorf e Chicago, gennaio Dubai, marzo Orlando, aprile San Francisco, maggio Chicago. Attestati di passaggio. A salvarmi c’è il cortile mezzo deserto, con il sole che punge. Devo ricordarmi di prendere anche le forbici e l’evidenziatore verde, che davvero senza la mia cancelleria ho paura di non farcela.
che invidia…quanti ricordi…
buon smantellamento
(quasi quasi quella frase me la stampo e la appendo in ufficio…)
Giusto oggi, nel corso della mia altamenteprofessionalizzata mansione di fotocopiatrice, ho eletto la pinzatrice a invenzione rivoluzionaria. Le volevo bene, oggi, era la mia unica amica.