Sposto di poco il piumone, per guardarti respirare, in quel modo pacifico e monumentale con cui solo tu sai dormire. Fuori Milano si prepara alla Vigilia. Natale 2007, pillole di lusso e succo di consumo, chiese piene di gente indecisa, ristoranti invasi da professionisti dell’aragosta surgelata. Respiri tenendo un ritmo che è il respiro del mondo, la cosa più calma che si possa sperare. Hai i capelli sul cuscino, come i raggi di un sole castano scuro. Sono quasi le sei, è il buio che cambia di molto la prospettiva delle cose. E’ il secondo natale della mia vita in cui ho un albero tutto mio. Lo hai fatto tu, mettendoci l’attenzione e l’impegno di un liutaio con un ceppo che sarà violino. Le luci cinesi illuminano a scatti le palle e i piccoli aggeggi che arrivano da un po’ di viaggi. Faccio del mio meglio per cercare di capire cosa sia davvero guardarti mentre dormi. Come arrivare dopo un viaggio lunghissimo. Come quella sera, piovischio e nebbia, una manciata di giorni prima del natale, in cui inconsapevolmente abbiamo iniziato tutto. E poi, quel bisogno di sentire ancora il tuo respirare, quello che è diventato il mio ritmo. Oggi ho il lusso di poter festeggiare natale tutti i giorni, sentendoti respirare pacifica a venti centimetri dai miei capelli. Questo è il più bel regalo di sempre, per non rovinarlo spengo la sveglia, lasciando che Milano si svegli senza di noi, almeno oggi. Buon Natale Signora Pistecchi, io il mio regalo me lo sono già aperto questa notte, come un bambino impaziente. Lo reincarterò questa sera, in un lungo pigiama rosso, america di cotone, per svegliarmi nella mattina di natale e capire che la felicità può essere davvero così semplice, così imbarazzantemente grande, così bella.
una nascita
una grotta
il calore di due animali
che scaldano il futuro
l’amore la vicinanza di chi sai che ti resta accanto per la vita
la seplicita’
e molto bello sto post
non posso che lasciarti il buon natale ogni giorno
:-))
questo e natale