Il mio medico della mutua, nella sua proverbiale pazienza, sottolinea al telefono che la mia è semplice influenza intestinale. L’esercito di batteri che popola le mie cavità sembra superare con brillante sagacia le prove che sotto forma di pillole, provo ad inviare. Ho uno stretto rapporto con il cesso, motivo per il quale mi sto facendo una cultura con Quattroruote, il catalogo Ikea 2008 e svariati Panorama Viaggi di ere remote. Togliermi i latticini e le verdure significa togliere il 95% del mio piano alimentare. Mi nutro di riso e gallette, la cosa più alcoolica che sopporto è il thè deteinato senza zucchero, in generale mi sento uno sballo. In questo quadro va aggiunto che una persona normodotata dovrebbe essere infilata in un flacido divano a tre piazze, imbambolata su RaiSport, immersa nel tentativo di recuperare le comuni radici con il basket o con la pallamano. Il tempo, scandito da baritonali rutti e grattate di pancia, scorre lento fino alla cena, in cui un sommo piatto di riso bianco in bianco, riporta la tristezza. Invece sono qui, infilato in una cravatta azzurra come le occhiaie, bevo thè della macchinetta e sorrido lentamente mentre mi parlano. Mi sogno il divano, ma tra di noi c’è una tangenziale infinita. Sarò ancora più felice domani, seduto in economy con un tramezzino al pollo in mano, mentre a 12.000 metri proverò l’ebrezza di sapere come si rutta senza farsi vedere. Brindando in mio nome aiuterete la mia anima a tirare il week end, che come nelle migliori tradizioni vedrà due grandi protagonisti: il divano e il termometro.
ma non è che questi batteri provengono dalla Sardegna?
sì, magari ce li hanno mandati per posta…
ah, sabato sera anniversario di matrimonio. stop.
accorrete numerosi. stop.
per informazioni: la sciura. stop.
dai, su col morale, qui nel mio ufficio abbiamo tutti un po’ la stessa cosa…che cosa pittoresca…