Il treno mi annoia.
Però con il treno vai molto più comodo, dal cuore di una città al cuore di una nuova città.
Il treno non funziona bene, per quelli come me. Si sente il rumore assordante dei cazzi degli altri, queste telefonate infinite, di contratti scaduti, emorroidi pungenti, amori complicati. Volessi così tanto stare nelle vostre vite, dormirei a casa vostra. E quella dannata connessione che non funziona mai. Mai. Il treno, insomma, mi annoia.
Ma niente è come la campagna, vista dal treno. Sottile e sfuggente, d’inverno. Piena, gonfia, d’estate.
Mi chiudo nel cesso della carrozza 4. Mi guardo nel piccolo specchio, per vedere se si vede che sto piangendo.
Non si vede. Ma vai a fidarti di questi specchi del cazzo. La mia vicina di posto è una ragazza che ha lo smalto sulle unghie dello stesso colore delle sue Birkenstock rosa fluo, una strana gonna da tennis della Nike con un arcobaleno disegnato sulle cosce e una vita sentimentale molto intensa, a giudicare dal numero di whattsup che ha scritto: “amore sto tornando”.
Piango di gioia. Da quarantasette minuti. Non piangevo di gioia da parecchio tempo. Mi spiaceva piangerle di fianco. Per questo sono finito nel cesso della carrozza 4.
Il treno mi annoia ma ha i tempi giusti perché io possa dare i nomi alle emozioni. Sono lento, nel dare i nomi alle emozioni, e spesso sbaglio.
Piango su un treno, sono le 18.46. Di un giovedì, di giugno.
Vorrei scrivere di come, di cosa, di quando. Fossi Baricco, potrei intitolarlo: Confini.
È questa cosa che faccio, a volte nella vita, di superare un confine, che mi fa sempre sperare di morire il più tardi possibile. Perché a superare confini son proprio bravo. Tipo come a capire se una brioches alla marmellata è una buona brioches alla marmellata. Ci vuole esperienza, sensibilità, coraggio, e voglia di cambiare. Proprio come con i confini.
La mia brioches preferita la fanno a Monza. Ogni volta che ci torno, è come tornare a casa.
A Monza, comunque, non prenderei mai casa. Piuttosto al mare, mi dico sempre.
Piango di gioia.
In treno.
Ah.