– sei una vittima degli eventi, in pratica
– non direi. Più un lucido pianificatore che ha sbagliato qualche misura
– tu non hai mai avuto le misure dell’amore
– tu non conosci il mio lato pratico. Che è molto fisico. Vado a occhio nelle situazioni, a braccio nei casini, di petto nelle sofferenze.
– e alla cazzo in tutto il resto.
– ci può stare.
– non si può dire che tu non ti dia tutto.
– si ma solo se la cosa si fa tremendamente pericolosa.
– vedi che sei una vittima degli eventi
-nah. Ho un elevata soglia del dolore e un senso di precarietà al contrario.
– capisco sempre meno
– soffro poco e adoro perdere l’equilibrio.
– cinico e puttaniere.
– così ti fai brutta pubblicità
– a me?
– siamo stati un noi, secoli fa. Se dai del puttaniere a me, ti dai della puttana.
– vero.
– che poi non lo sei. Se no, probabilmente ti avrei sposata.
– non ho voluto esserlo con te.
– cazzo. Peccato.
– nessuno, vecchio puttaniere, ammetterebbe che, per culo o per intuito, vinci sempre facile. Per questo nessuno te la darebbe vinta.
– darmela vinta, confermando di essere puttana. Moccia scriverebbe una trilogia per molto meno.
– comunque abbiamo perso tutti e due. Chiunque sa di essere un noi e poi si ritrova ad essere tornato solo un io, sa di aver perso. In amore si scommette tutto sul raddoppio.
La verità, in effetti fa pensare.
(Possibile titolo del dialogo: facevamo la differenza, adesso facciamo la differenziata, ma ognuno a casa sua)