“Il Cuore di un uomo ha più stanze di un bordello” (GGMarquez)
Non scrivo poesie da un pezzo. Ormai.
Saranno mesi, ormai.
Ad agosto scrivevo poesie.
Bevendo rhum e ascoltando voci che di notte sembravano più calde del mare al tramonto. Roba pulp.
Non prendo decisioni da un pezzo. Oramai.
Sto aspettando, pazientemente, di recuperare energie e attenzione.
Ho un piano, baby. Ho sempre un piano, io.
Vacilla, un piano inclinato. Ma ne ho uno.
Non bevo rhum, da agosto. Che ho lo stomaco in fiamme. Roba pulp.
Non rispondo alle domande, da un pezzo.
Mica per scelta. Per necessità. Devo capire le risposte.
Ascolto. Tanto. Sembra che no, non ascolti. Invece si.
Ascolto sempre tutto. Roba tipo che immagazzino tutto. Roba pulp.
Giro con una vistosa fasciatura alla mano destra. Che non posso usare.
La mano destra è quella per scrivere, sfogliare, tagliare, mangiare, pisciare, accarezzare.
E’ anche la migliore ad amare e a picchiare.
Non amo e non picchio.
E non guido la moto. Che sembra un problema minore. Ma non lo è. Roba pulp.
Sembro un altro. Succede quando fai a pugni con il presente. Sei sempre lì, in guardia perchè il passato non ti prenda. Sull’attenti per difenderti dal futuro. E poi è il presente che picchia le cartelle peggiori. Certi dritti da paura. Boxer navigato. Roba pulp.
Sembro un altro. Ma non ho perso nessuno dei miei vizi. Nessuno dei miei pregi. So riconoscere un dubbio prima che nasca, una bugia tra le verità, un passo falso. So riconoscere le domande ingombranti.
Ne ho vista una, mentre faceva sera, arrivare dalla penombra del letto, seguirci sul divano, appoggiarsi tra le gambe nude e il posacenere. E aspettarmi, poi, sulla porta.
Non mi spaventano più le domande a cui non so rispondere. Con il tempo ho capito di non saper rispondere a tante domande. Cerco sempre le risposte.
La risposta la so da tempo.
Il cuore di un uomo ha più stanze di un bordello.
E molti uomini impiegano molto tempo per conoscerlo e abitarlo. E molte donne si illudono di possederlo. Non possiedi qualcosa di cui conosci solo una parte. Piccola.
Io delle stanze del mio bordello ho ricordi più o meno forti.
Ho aperto porte pericolose, sbirciando e lasciando entrare cose dannose.
Ho chiuso porte, che so, roba pulp, nascondere buio e ferocia.
Ogni donna che ha abitato il mio cuore è stata accolta nelle stanze più belle. E si è accomodata in quelle dove il sole scalda, al pomeriggio.
Solo poche, pochissime, hanno avuto il coraggio di aprire tutte le porte.
Quelle sono le amanti. Le mie amanti. Hanno lasciato segni, che i ricordi rendono dolci. Mi piace ritrovare pezzi loro, nelle stanze del bordello.
Le altre,no. Chiamale ospiti, se vuoi. Chiamale puttane, se vuoi essere pulp.
Io non pago mai nessuna donna.
Do le chiavi.
E invito a entrare.
Non restare sulla porta. Prendi freddo
Roba pulp!