– quindi come la descriveresti?
– mi sento che sono nella merda.
– ovvero?
– ovvero che sono nella merda, porca puttana.
– devi scendere nei particolari
– i particolari sono che è una merda insidiosa, quasi sabbie mobili di merda, anche se non so bene chi possa cagare questo tipo di merda. Insomma, mi sento imprigionato
– interessante descrizione. Vai avanti, prima che io vomiti.
– mi prendi per il culo?
– no. Di norma no.
– okkei. Comunque sono nella merda.
– bene
– bene?
– bene
– ma che cazzo dici?
– Bene. Da quando ti conosco sei nella merda. Anche perchè hai l’incredibile capacità di mettertici, nella merda, con precisione da cecchino. E ne sei sempre uscito. Insegni anche alla gente ad uscire dalla merda. Quindi bene. E’ una fase. Bene anche per quelli che hai aiutato. Hanno un maestro che è stato dove sono loro. E’ una semplice fase.
– cioè sto perdendo il lavoro e tu la chiami una fase?
– si
– non credo che questo sia coaching
– cosa vorresti sentirti dire?
– …
– dimmelo. E io te lo ripeto.
– Niente. Non voglio sentirmi dire niente. Vorrei stare da solo. Sulla mia moto. Forse con una donna. Sul mare. A morire di coccole e vino e pompini e tramonti e salsedine e anche pesce grigliato.
– E’ una buona proposta. Va solo modulata un po’ meglio, perchè la ricetta coccole&vino&pompe non è attraente…
– comunque vorrei quello
– si chiama fuga dalla realtà
– no col cazzo. Lo vorrei veramente.
– Indubbio. Ma è una fuga. Prima, a quanto pare, ti devi trovare un nuovo lavoro
– Esatto
– bene
– Che in Italia, oggi, è come cercare una escort vergine.
– ti devo dare ragione
– ergo, sono nella merda
– ma ne uscirai
– credi?
– lo fai di lavoro. Sono dieci anni che esci dalla merda per lavoro. E ci guadagni anche. Sarà così anche questa volta. Solo che un po’ meno fiction e un po’ più splatter. E ricordati che potresti fare sempre lo scrittore. O il coach
– entrambi lavori per gente o piena di soldi o che ha fallito da qualche altra parte.
– interessante visione del mio lavoro
– tutti tranne te. Sei la mia coach. Non hai mai fallito
– potresti essere la mia prima volta
– non lo sono mai stato. Nemmeno per la mia prima fidanzata. Perdonami. Essere il primo non mi viene bene. Ma sono un grandissimo secondo. Che non rimpiangi il primo.
– adesso smetti di fumare per un secondo, ti rilassi e pensiamo a una soluzione
– fumare non è una soluzione?
– non propriamente.
– Allora non ho soluzioni
– tranne quella del pesce, vino e pompini, giusto?
– anche le coccole. Le coccole dopo un buon piatto di pesce e un pompino sono fondamentali.
– mi fai vomitare da quanto sei crudo.
– non sei la prima che me lo dice. Ma poi ci cadete tutte.
– Sono cose che non vorrei condividere con te.
– in ogni caso sento di essere entrato nel mio periodo blu. Come Picasso.
– A Picasso era morto un amico. Non mi sembra che la tua situazione sia così drammatica.
– Forse hai ragione.
– Cosa vorresti fare ora: facciamo una lista dei lavori che ti piacerebbe fare. Per carità cerchiamo di essere concreti
– Sono concreto: vorrei andare in quel bed and breakfast sulla punta del mare. Champagne, aperitivo frugale, silenzio
– so già il finale. Pompini
– mica solo quello
– è impossibile parlarti
– sono nella merda
– ricominciamo?
– no basta. Ne uscirò. Lo faccio di lavoro
– bravo
– Che lavoro fai? Esco dalla merda
– guarda che è bellissimo