– mi fa male qui
– dove?
– in basso, vicino al cuore.
– a buona ragione, il cuore dovrebbe essere in alto. Un po’ a sinistra
– il mio pende
– in che senso?
– troppo pesante
– per cosa?
– anni di robe. Inutile che te lo spiego. Comunque pende. E adesso mi fa anche male
– …
– sarà un infarto
– sei giovane. E poi li, dove ti tocchi tu, sarà la milza. Piuttosto che un infarto
– come fai a dirlo?
– perchè li, dove ti tocchi, c’è la milza. Lo stomaco, il colon, e la milza.
– Il mio cuore è qui.
– ancora? Ricominci?
– Che cosa stiamo aspettando?
– che passino le cinque e mezza
– perchè?
– fino alle cinque e mezza non possiamo muoverci. Ce lo ha detto il capo.
– dopo?
– dopo, andiamo.
– dove?
– facciamo il nostro lavoro, e chiudiamo la cosa.
– senti, io penso di non farcela più
– a fare cosa?
– il lavoro
– sei nato facendolo.
– si ma adesso basta.
– smetti di dire cazzate, per dio. Mancano sette minuti, siamo pronti. Punto.
– Basta.
– Piantala
– Ho il cuore che mi fa male anche per questo
– cazzate
– Vorrei essere da un’altra parte
– Anche io.
– andiamocene
– non dire cazzate.
– piantala di fare il duro. Non ce la fai più nemmeno tu
– facciamolo. Poi ti offro una birra.
– Sto morendo di birra, di noia e di tutto questo
– allora ti offro un gin
– muoio
– fallo dopo le cinque e mezza
– io me ne vado
– se solo fai un passo, il primo colpo del caricatore è tuo.
– dove mi spareresti?
– al cuore
-…
– quello vero.
– sei sadico
– mi pagano per esserlo
– io me ne vado
– okkei
– ciao
– è più un addio. Appena ti giri ti sparo
– Va bene.
– dici sul serio?
– si. Ma mira il cuore, come hai detto.
– sei pazzo.
– almeno morirò facendo qualcosa per me.
– contento tu
– anzi
– dimmi
– sparami adesso
– tu sei pazzo
– si. Forse si. Ma ho finito. Basta.
– mah.
– fallo.
– parliamone a lavoro finito. Davanti a una birra
– mi fa cagare la birra. E anche il lavoro.
– fattene una ragione.
– sparami