le cose che si raccontano

Questa è la storia di un preciso istante. E’ un racconto di un momento.
Una tenda di velluto rosso, scostata appena, un caldo infernale, il silenzio surreale di quei momenti in cui sta succedendo la cosa più normale del mondo: la vita si ferma per un secondo, per lasciarsi guardare.
Le cose più grandi della vita di un uomo succedono in un attimo.
La tenda di velluto rosso, la moquette e la luce gialla, un ricordo lontano di buongusto.
Il profumo, sai che non dimenticherai il profumo. Quello resta.
Il profumo di questi attimi di vita resta nel naso, nella testa.

Questa è la storia di un preciso istante, è il racconto di un profumo preciso, dolce come la frutta, avvolgente come il caldo di un pomeriggio di luglio. E’ una storia di pelle, talmente perfetta che tutte le storie che vivrai da adesso in poi, lo sai, dovranno avere questa pelle. Perfetta, rotonda, liscia, opaca. La pelle, ordinatamente, trasporta questo profumo. Seduto sul bordo del precipizio sai che non dimenticherai questa pelle e questo profumo.

Prende forma quando ti fermi a guardare. Vedi la tenda rossa, la moquette, i mobili troppo lucidi. Il momento prende forma quando ti fermi a sentire. I rumori di fondo di una citta’ che ti sembra infinitamente lontana. Prende forma quando senti il cuore rallentare, mettersi in pari con il respiro, che non ha nessuna ragione per correre.

In effetti i conti non tornano. Sai che questo momento, la sua dolcissima perfezione, non tornerà più. Sei fermo immobile. Respiri lentamente. Inspiri profumo. Cerchi il caldo di questa pelle, l’umido delle sue pieghe. Perché è in quel caldo, umido, rotondo e morbido pericolo che hai scoperto di dover stare. E’ il posto dove sta succedendo tutto, è il centro di un mondo che diventerà il tuo mondo. Niente è più come prima, quando un attimo fatto di pelle, profumo, calore, inonda il silenzio

Sei fermo immobile, sai che il tempo non sta passando. Sono secondi, ma senti di avere tutto il tempo del mondo per fermarti a guardarlo. Le tue mani hanno casa qui, lo senti. Le tue dita scorrono veloci su velluto e capelli. Le tue parole si fermano, il silenzio è consapevole.
La tua bocca cerca affannosamente quell’umido, quel caldo, che non sarà mai solo tuo.

Seduto sul precipizio di questo momento, ti rendi conto di stare bene. Per la prima volta da troppo tempo. Stanno bene le tue gambe, che lottano per tenere su la schiena, sta bene la tua pancia, che aspetta il colpo finale, sta bene il tuo cuore, che ha trovato un ritmo perfetto. Stai bene tu, perché è qui che dovevi, straordinariamente, stare bene.

Sai che non sta passando il tempo. Sai di avere tutto il tempo per respirare questo momento. Sai quanto ti mancherà, quanta nostalgia avrai di questo istante. Il tuo cuore saprà, da adesso, che questo è il posto dove sei stato bene, dove dovresti stare, da cui non ti dovresti spostare. La tua voce sa di non poterlo dire, per non spaventare questa perfezione. Per non far scappare questo profumo. Trovi, appoggiati al caso di uno specchio, gli occhi selvaggi di questo profumo. Profondi, supplicano le tue mani. Supplicano dolcemente, con una dolcezza infinita, come la bellezza di quella pelle. E’ una supplica dolcissima, lenta come il beccheggiare dei fianchi soddisfatti. Dolcezza disarmante, resti senza fiato.

Solo tu sai che dovrai tornare, nelle pieghe lisce e umide di questa perfezione. Appoggiare le labbra, bere, per smettere di avere sete. Appoggiare le mani, per sentire il caldo placido di un’attesa.

Parlano i tuoi occhi, per te. Parlano le tue viscere, che si calmano appoggiate al rumore assordante di una distrazione. Niente, adesso, può rimediare al vuoto.

Si tratta di aspettare, pazientemente, che questo attimo diventi un racconto.

Silenzio, quando stai bene, sai di aver bisogno solo di silenzio. Per far diventare l’attimo un ricordo.
La tua bocca sa dove bere, le tue dita dove nascondersi, il tuo cuore dove fermarsi.
Solo le tue gambe, ti riportano in città.

Hai respirato un momento perfetto.
Succede, rarissimo, a tutti.

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