Racconto in Si bemolle, accompagnato da sottili sfoglie di rhum e brevi interludi di fumo azzurro, il tutto servito sopra un disco che manda sempre la stessa canzone.
Come quando, appena finito di fare l’amore, guardi il soffitto e pensi che, dopotutto, sei un po’ arrivato. E qualcosa ti spaventa. Non si riesce a definire se sia "un po’" o "arrivato". Metto in ordine i souvenirs che ho raccolto, paccottiglie dell’anima. Se il cuore fosse una stanza, il mio sarebbe una camera di una vecchia puttana. Ricordi e foto, un mobile decisamente fuori moda, un letto che fa un gran rumore, e la luce che va e che viene. Per uno strano fenomeno cardio-immobiliare, rimangono solo alcune cose. C’è sempre da mettere in ordine, ma è poca cosa se l’autore del disordine è il medesimo proprietario. Un disordine legalizzato. Schiacciando la testa sul cuscino non si può certo sentire il rumore del mare. Se sbagli lo strumento, difficilmente otterrai il risultato. Sotto un mucchio di magliette che non uso più posso sempre sperare di trovare una risposta, ma sarà dura. Considerando la situazione si può dire che io stia decisamente bene. Ma è arrivata l’ora delle pulizie di primavera. Tra un viaggio è l’altro, sempre in viaggio a raccogliere le piccole paccottiglie, metto in ordine. Si iniziava a sentire un deciso odore di merda. Non è cosa buona e giusta, e non ci vuole un dottore. Ho anche un amico che ha preso una filippina. Razza strana le filippine dell’anima, sembra che puliscano, ma spostano semplicemente le cose. Io faccio da me. Tenendo conto dei numerosi ospiti, non è neanche bello che ci sia questo puzzo di merda. E’ che capita che ci si faccia l’abitudine. O si compri un deodorante di coscienza. Uno sport, un’hobby, un deodorante. Schiacciando la testa sul cuscino scopro che il mare è solo disegnato sopra. Ma almeno non sento il traffico in sottofondo. Mi devo solo ricordare di mettere in ordine.
Per concludere si possono gustare alcuni frammenti di vita, conditi con il sorriso che si fa quando si ritrova una vecchia foto, accompagnando il tutto con rapide pulsioni dovute alla fame impellente.
beh, sempre preciso. Ma le filippine dell’anima come si pagano?
Cazzo, ogni tanto hai un modo di esprimerti che passa di gran lunga le soglie …
finalmente torni a scrivere!!!! era davvero ora!
rastamann dice: bello!
ehi tu, qualcosa mi dice che dietro l’impalcatura di parole ci sia della sofferenza… sbaglio? non sbaglio mai io…