La mattina mi alzo tardi
non ci sei tu che mi guardi,
mi giro nel letto, aspetto la sveglia che suonerà
non uso il cuscino e dormo finchè mi va
e il caffè me lo portano a letto due bionde in tutù
ahi Signora chi mi manca sei tu.
La notte vado a ballare per cancellare i sogni miei
da qualche tempo ho più donne del d.j.
ahi Signora ma tu non ci sei.
E questo sapore strano che è fatto di libertà
precede di un soffio la malinconia che arriverà
e mi dice che oggi qualcosa è cambiato in me
ahi Signora non sei più con me.
L’acqua mi fa un po’ male la birra mi gonfia un po’
vado avanti tristemente a rhum di ogni color
ahi SIgnora mi manca il tuo amor.
Il mio caimano nero piangendo mi confidò
che non approvava il progetto del " metrò "
ahi Signora da te tornerò.
un presentatore alla radio in un armadio provava il suo show
ascoltando distratto provavo rime con flow
il caimano distratto imitava il gatto e faceva bau-bau
perchè studiava le lingue e voleva alle cinque il suo tè.
Non ho nessun dubbio, parto e arrivo da te.
Ridevo guardando la tangenziale,
scoprendo che non fa male
stare in mutande e ciabatte per casa
mentre fumo e guardo una formica evasa
dal buco di sotto al vaso
la menta mi riempie il naso
e sotto il balcone un gatto canta
riempiendo la sera stanca
se di questo non morirò
ho un progetto e da te tornerò
[scritto su una fattura Vodafone, ore 4.35am, in mutande e sigaretta, dopo diciotto ore d’ufficio, con Rino Gaetano a volume indecente e un forte bisogno di avere un progetto. Chiedo umilmente perdono a Montale, mi dichiaro sconfitto dalla stanchezza metropolitana, cedo alla tentazione, evito la televisione, mangio bresaola scondita, mi osservo le dita, lavo mutande e stiro aspettative, cedendo a queste riflessioni un po’ tardive. Siamo alla frutta, questo è quanto]