Sperduti, Amati, forse un giorno ritornati

Omaggio in due parti con mancato finale, molto sonno, barba sfatta, alito cementato e una grande rassegnazione, in genere a una nazione e ai suoi scrittori

Parte Prima: all’Elegante e al Presidente, lettori avidi di Bret Easton Ellis, il massimo rappresentante della Generazione X e contemporaneamente l’Autore che meno ho capito, apprezzato e di conseguenza consigliato della mia vita.

Alzandomi calzo le mie Hawaiians blu, modello Brazil, dirigendomi verso la Jacuzzi economica. Mentre l’acqua comincia a salire mi massaggio con la Crema per Rasature Pro Gilette. Per vestirmi scelgo la strada più semplice: una camicia su misura Boggi Super Fine, che calza a pennello e sta perfetta sul Loro Piana Gessato sul quale metto una cravatta Andrews tinta unita di poche pretese ma molto comunicativa. Al polso ho il mio Fossil 1978, e cerco avidamente il mio tabacco Old Holborn Blu, aroma intenso, confezione salva freschezza. Mentre sorseggio una Snapple Strawberry mi dirigo verso l’ufficio, cercando di fare la strada più affollata possibile, in modo che tutti possano sentire il mio CK Be. Ai piedi ho le Cardinale Classiche su Misura, appena confezionate, e le associo a una cintura di Valentino che ricorda molto i bei tempi andati. Mi guardo i capelli in una vetrina, e mi sento appagato. Nel mio Ipod impazza una raccolta di chill out che ho personalmente comprato a Dacca, durante quel week end di cui vi ho già parlato. Sento che tutta l’America sarebbe pronta a fare l’amore con me. Con il mio Motorola V3 silver D&G special Edition chiamo mia moglie. Le consiglio di prendere un caffè da Biffi e di fare due passi da Max &Co, che sono già due giorni che non usiamo la Carta Platinum. Sono molto annoiato, per questo forse dopo farò un giro da Victoria’s Secret per cercare qualcosa di carino da portare alla nostra donna delle pulizie. Adora pulire con il morbido cotone dei completini sexy di Victoria. Al tatto, la mia pelle esprime appieno quello che i miei capelli accennano appena: sono morbido, ma non schiacciarmi. Inutile sperare in un Illy Espresso, per questo mi accontento di quella merda da turisti che è Starbucks, e mi ci vogliono due Pastiglie Menta Scelta Leone per farmi passare l’alitosi da caffè americano. Sento le calze Gallo stringere un po’ troppo sul polpaccio, forse sto ingrassando. Devo rinnovare l’abbonamento alla Scorpion, e comprarmi una moto per andarci. Appena torno farò tutto. Non voglio che il mio corpo smetta di comunicare.

Parte seconda: Ode a John Fante e Henry Buckowsky, che mai come oggi mi sono mancati con i loro racconti di America depressa.

Fortunatamente ho un piano B. Io ho sempre un piano B. Manco talvolta del piano A, ma nel fermento per cercare un’alternativa nessuno si accorge del mio caos. Ora, il puzzone francese che siede comodamente nella sala riunioni ha due grandi difetti: è francese, ma questo se lo porterà nella tomba, ed è il Marketing & Media Relations Manager della concorrenza. Possiamo tollerare tutto, ma non certo di aver fatto tutta questa cazzo di strada per niente. Sicchè sprofondando nella poltroncina, cerco un piano A o B, insomma qualche brillante alternativa all’omicidio. Il mio amico americano, da buon venditore è estremamente contrariato, anche se in parte ignora cosa sia un Media Relations Manager. Il caffè lungo non mi aiuta di certo. Prendo tempo e intavolo una amichevole conversazione con Vulevù Danzè. Chiedo di Parigi, due o tre amenità che gli possano confermare che gli italiani sono stupidi e loro sono da sempre meglio. E con il suo inglese barcollante è lui stesso che fornisce il piano B, detto anche the Italian Job. Primo viaggio negli States, single, frastornato dal jet lag. Ho tutte le informazioni necessarie per applicare appieno le mie conoscenze di marketing. Punto primo, lasciate mie ospiti che suggerisca un take away italiano per pranzo. Pizza peperoni salame piccante e cipolle. Punto due gentili ospiti, propongo di parlare più a fondo di affari a cena. Magari sul tardi. Punto terzo, perchè non ci facciamo un caffè, di quelli con tanta crema e molto dolcificante. Mi sembra inoltre corretto che il nostro ospite esponga per primo la sua brillante presentazione. Ed è un piacere vederti collassare lentamente sotto il peso della indigeribile quanto orrenda pizza, aiutato dalla tremenda crema che mettono nel caffè. Morirai seduto sul cesso prima della merenda, che se permetti ho proposto a base di burro di arachidi. Sulla lingua non c’è scampo: avrete anche avuto Letitia Casta, ma è Tognazzi quello che aiuta nella immancabile applicazione della Supercazzola in Lingua. Sui lucidi della nostra presentazione si sprecano verbi inventati e allusioni a misteriosi business paralleli. Sembro uno dei Sopranos, e i miei amici yankee apprezzano molto il fatto che tu non contraddica. Vedo la tua difficile digestione emergere sulle occhiaie, e pregusto la cena, alla quale arriverai sfatto e in preda a spasmi intestinali degni di un cavallo avvelenato. Spiacente, ma la dura legge della sopravvivenza mi impone di eliminarti dal mio cammino in breve tempo. Per questo a cena ti servo attentamente l’orripilante tarocco di Barolo che mi costerà una fortuna e che ingrosserà il tuo fegato. Durante la cena tocco attentamente argomenti molto politically correct: dovresti sapere che i nostri clienti sono felici possessori di famiglie numerose, con figlie bionde e ordinate e figli wasp pronti per il fronte. Spiacente, ma voi moderni single rimanete tagliati fuori da queste chiacchiere, e i vecchi cowboys apprezzano molto la mia sperticata ode alla famiglia americana. Non te ne avere a male, ma se domani sarai ancora vivo, ti aspetto per un altro piacevole giorno di business. Ti consiglio di chiedere un rotolo di carta igienica aggiuntivo e di provare a pronunciare almeno gli ausiliari senza l’esasperante accento da Stanlio. Con una calda stretta di mano vorrei dirti che, tolti Sartre Pennac e la Rivoluzione, è da tre secoli che brancolate in un buio di cui tu sei una pallida conferma. Mi tocca solo un po’ più di attenzione nel secondo giorno, in cui mi permetterò di farti godere ancora più a fondo questa stupenda nazione, la sua cucina, i suoi riti e le sue tradizioni. 

E mentre lui sarà tutto preso dalla Presa della Pastiglia, mi tocca stare a smanettare per recuperare un piano A.  Pagherai anche queste ore di sonno, questo te lo posso mettere nero su bianco.  

Era meglio un cano di un americano

Philip è il mio amico americano. Tutti dovrebbero avere un amico americano. Per me è stato più facile, perché Philip e io ci siamo conosciuti per lavoro. Siamo diventati amici per una semplice questione burocratico-temporale. Infatti, in seconda media ho deciso che erano miei amici quelli con cui stavo al telefono di più. Questa condizione permette a chiunque di diventare mio amico semplicemente stando al telefono con me per un minimo di mezz’ora al giorno. Una volta raggiunto lo status di amico, non lo si perde mai, rimanendo amici per sempre. Dato che Philip mi chiama tutti i giorni, tenendomi al telefono per almeno un ora, è diventato un mio grande amico. Un amico americano è molto più divertente di un criceto o di un gatto. Inoltre le spese veterinarie sono completamente a carico suo. Mi ricordo di quando avevamo un gatto, che si chiamava Micia, e che veniva sempre portato dal veterinario da me e mia madre in una borsa di pelle marrone con una finestrella di rete metallica. Al nostro ritorno mio padre si informava sulle condizioni del gatto e velatamente anche sull’importo sborsato.
 
Madre di Franz: “Siamo tornatiiii”
Padre di Franz: “Ah, e come sta?”
Madre: “ Insomma, sembra che ci sia una piccola infezione alla vescica”
Padre. “ Intendevo il portafoglio”.
 
Ecco, il mio amico americano non mi costa nulla di veterinario e in più, quando magari mi dimentico di chiamarlo per un paio di giorni, non si ammala come il Tamagotchi. Il mio tamagotchi moriva sempre perché mi dimenticavo di fargli fare la cacca o di pulirlo, mentre Philip fa tutto da solo. Il mio amico americano ha un unico difetto: è americano. Essere americano è una condizione mentale e uno stato fisico. Dicono che essere americano ha dei grandi vantaggi, soprattutto quando sei in america.
 
Poliziotto americano: “Patente e libretto, per cortesia”
Americano: “ Ma io sono americano”
Poliziotto americano: “Ah, allora vada pure, mi scusi”
 
Purtroppo, come i cani vengono mangiati in Cina, i gatti vengono spellati in Polonia, anche gli americani sono una razza perseguitata in alcuni posti. Diciamo che gli americani sono perseguitati in tutto il mondo tranne che in America. Per questo, i padroni degli americani, tendono a costruire l’America anche fuori dall’America, in modo che i loro americani non possano essere perseguitati.
 
Contadino Vicentino: “ E, Sgheo, cosa stai costruendo sulla mia terra, ostia?”
Americano: “ Una Base”
Contadino: “ Ma l’è la mia terra, ostia!”
Americano: “ No, questa qui è America”.
Contadino: “ E il mio vino?”
Americano: “ E’ americano”
Contadino: “ Alora c’ho capito perché mi ha fatto acido allo stomaco”.
 
Nonostante questo, in molti stanno scegliendo un amico americano. Anzi, direi che il fenomeno sta diventando di moda.
Nota dolente sono i giochi americani. Se per il tuo Labrador bastava la pallina di gomma da un euro, l’amico americano ha bisogno di giochi diversi. Per portarlo in giro c’è bisogno di una gabbia molto grande, che si chiama pick up. Come tutti i molossoidi, gli amici americani sono combattivi e territoriali, e bisogna stare attenti quando li si porta in giro per il mondo e incontrano maschi di altre razze. Se non volete avere problemi, vi consiglio di prendere una femmina, che è molto più tranquilla e anzi parecchio disponibile.
Per limitare i combattimenti tra maschi americani e maschi del resto del mondo, i veterinari dell’Onu stanno provandole tutte. Ma come per i combattimenti dei pittbull, il giro di scommesse è molto alto. Sono tantissimi gli industriali che scommettono sulle guerre tra maschi americani e maschi del resto del mondo. Il mio amico Philip è molto tranquillo, perché si è già accoppiato e ha un territorio tutto suo. Marchia il territorio con piscine e monovolumi, quindi abbiamo eliminato il fastidioso problema della pipì.
Come i terrier sono testardi, gli americani sono famosi per la loro elasticità. E questo in verità è l’unico problema del mio amico americano. Ma in generale mi sento di consigliarvi di prendere un amico americano piuttosto che un cane o un gatto.  
 
Ore 830, Zulu time, il Franz risponde a una mail di Philip che chiede delle slide sui competitors: Caro Philip, te le farò avere entro due settimane
 
Ore 19.00, Zulu Time, il Franz è in uno dei tre più grandi ingorghi al mondo, infilato tra un Suv e un Pick Up, completamente avvolto dai fumi di scarico. Squilla il telefono:
 
Philip: “ ho bisogno di quei lucidi sui competitors”
Franz: “ Ah, li sto finendo, credo che te li manderò in un paio di settimane. Per il resto come va?”
Philip: “ Bene, ho solo bisogno di quei lucidi sui competitors”
Franz: “ ti ho detto che te li mando appena posso. Hai finito quel lavoro sulla California?”
Philip: “ Aspettavo a finirlo, prima vorrei i lucidi sui competitors”
Franz: “…”
Philip: “piuttosto, che mi dici sui lucidi sui competitors?”
Franz: “ non li ho fatti”
Philip: “ ah, benone, allora quando mi mandi quei lucidi sui competitors?”
Franz: “ Allah è grande”
Philip: “ Si, d’accordo, ma i lucidi sui competitors?”
Franz: “ Sono omosessuale, e mi sto innamorando di te”
Philip: “ siamo sulla stessa barca. Speriamo in quei lucidi sui competitors”
 
Tasto cornetta rossa. Fine della comunicazione.
 
Ore 23.35 Zulu time, Franz litiga con il tubetto di dentifricio per avere le ultime gocce di preziosa pasta. Silenzio tombale in Casa Pistecchi, la Signora si è ritirata nelle sue stanze con grande anticipo e respira profondamente, cullata dal sonno dei giusti. Un terribile rumore avvisa dell’arrivo di un sms.
Philip scrive: E per i lucidi sui competitors?
 
A volte mi viene voglia di abbandonarlo in autostrada.