Profumi e Rifugi

Ieri ho comprato un profumo nuovo. Era successo al liceo, la prima volta. Come tutte le mie prime volte, non bellissimo, ma originale. La combo liceo – prime volte è sempre stata particolarmente difficile per me. Le riassumerei così: inadeguate, noiose, necessarie.

Ho avuto tre profumi nella mia vita. Tutti scelti per delle donne. Nessuna di loro lo aveva chiesto. Il fil rouge della mia beauty routine è un po’ tutto così, mai richiesto, ma abbastanza indispensabile.

Il mio primo profumo era leggero, di frutti e di estate. Ne mettevo due spruzzi sul collo, appena finita la barba. Mi facevo la barba lasciando le basette e i baffi. Non credo fosse voluto, ma l’effetto motociclista californiano era immediato e lampante.

Il secondo profumo lo ho comprato in America, a New York, sulla Quinta. Mi eccitava l’odore che lasciava sui commessi palestrati. Così me lo sono comprato. Ancora adesso lo so trovare tra mille e mi piace l’effetto che mi fa, anche se non saprei definire le note o i toni. Sa di divani, di mani, di pelle, insomma un profumo godereccio.

Una volta ho scritto un racconto su mia nonna, e mi ricordo di aver provato a descrivere quel ricordo nitido che ho di lei in vestaglia, davanti al comodino, mentre si mette la cipria e poi il profumo, con quei vecchi cosi di silicone che spruzzavano ovunque. Mia nonna metteva il profumo sempre. Aveva questo odore di cose belle, di ricordi, come tante nonne. Sapeva anche di piscio, a dirla tutta. Perchè teneva sotto il comodino un pitale, per non andare fino in bagno di notte.

Sono cresciuto con l’idea che fosse normale pisciare di fianco al letto, e anche con l’idea che il profumo fosse una cosa importante.

La prima commessa ieri, una ragazza carina con lo sguardo stanco, mi ha fatto annusare cinquanta profumi. E’ bello, perchè sono tutti con di fianco la faccia di uno super famoso. Così tu annusi, senti petrolio e pompelmo e hai davanti Johnny Deep. E pensi che lui profumi di pompelmo e petrolio.

Poi è arrivata una commessa più vecchia, con una strana pancia gonfia e le occhiaie. La prima cosa che mi ha detto è stata: esci a prendere aria. Penso sia stata la cosa più tenera che ho sentito da una decina di giorni. Capire che tutti quegli odori, tutti insieme, mi stavano lasciando senza energie.

Poi mi ha portato al mio profumo. Ho scoperto di amare gli odori legnosi e fruttati. E’ bene saperlo.

Stamattina sono andato a correre, ho corso tantissimo, fino a non sentire le gambe. Poi sono arrivato sotto casa, e mi sono appoggiato alla fontana. Ho sentito il profumo, venire oltre la maglietta, arrivarmi nel naso. E ho pensato di dover scrivere una lettera, d’amore.

Mi sono seduto, la pietra gelata, davanti a due giovani genitori.

Ho scritto la lettera, poi ho cancellato tutto, mi sono goduto il sole, e sono salito a mangiare delle lenticchie. Sono contento del mio profumo. Non vedo l’ora di portarlo nella mansarda a Torino che ho trovato per dormire. Sembra abbia tutto quello che mi serve. Mancava un profumo legnoso.

Tu dovresti annusare il mio profumo.
Dovresti farlo con urgenza, come si fa con le cose importanti.
Non per farci cose strane, ma solo per abituarti, oppure dirmi anche: no, non ci siamo.
Il profumo si annusa dalla pelle, mi hanno insegnato ieri.
Così dovresti fare tu.
Dovresti anche capire la differenza tra nascondiglio e rifugio.

Perchè tu credi di essere un nascondiglio, invece sei un rifugio.
E tra un nascondiglio e un rifugio ci passano tante cose.
Credo ci sia bisogno di dirselo, a quarantacinque anni, che i nascondigli non servono più. Non ci si nasconde più, alla nostra età. Se guardi, anche le puttane vecchie sulle statali sono quelle che si nascondono di meno. O i vecchi sulle panchine quando scoreggiano senza nemmeno controllare di esser soli. Sanno che nascondersi non serve più.
Invece serve sapere di potersi rifugiare.
E rifugiarsi è un bisogno preciso.
Io sto finendo l’ultimo mio libro, poi ho deciso di non scrivere più romanzi d’amore. Mi annoiano e ci faccio troppa fatica. Se no avrei di sicuro scritto qualcosa su questa sensazione di rifugio.
E’ trovarsi fermi, immobili, nudi, vestiti, non importa, e sentirsi protetti, sentirsi definiti.
Un rifugio lo meritano tutti. Vorrei essere rifugio per le persone che amo.
Vorrei trovar rifugio, per fermarmi tra una tempesta e l’altra.
Questo profumo che ho comprato è pazzesco. Perchè sa di rifugio, e si sente tantissimo.
Spero di non abituarmi mai.
In generale, nella vita, spero di non abituarmi mai.
E spero di riuscire a spiegare a tutti che nascondersi non serve, rifugiarsi è fondamentale.
Adesso butto questa lettera.