Ogni volta che piangi

  • Ogni volta che piangi, io vorrei morire, sciogliermi, affogare in quel fiume di lacrime.
  • Aspetta, cosa hai detto?
  • che vorrei affogare nelle tue lacrime.
  • e che cazzo vuol dire?
  • In che senso?
  • Cosa cazzo vuol dire che vuoi affogare nelle mie lacrime?
  • Non so, mi sembrava una cosa per dirti che voglio stare con te sempre

Amanda lo guarda, fisso, gli occhi piccoli, neri, veloci sempre ma adesso immobili. Dobbiamo fare un passo indietro, anzi due. Eccoli qui:

1944, Appennino Tosco Emiliano, strada statale S433, ore 12 del 15 settembre.

Cammina, meglio dire ciondola, cercando ombra, acqua, munizioni, salvezza, e sarebbe perfetto un panino, anche senza salame, ma almeno mangiare qualcosa. I tedeschi sono scappati, meglio dire sono spariti, ma ci sono questi figli di nessuno, che parlano italiano, ma pensano tedesco, che sparano se riconoscono un partigiano. E lui non sa se è un partigiano. E’ solo uno che ha difeso la sua terra, quel confine di meli e pini, il piccolo paese, le donne rimaste, insomma quelle cose li. Ve la faccio breve, ma il tempo non passava più, e le gambe erano come fasci di legna pronti per il fuoco, non si volevano piegare. Arriva vicino a un ponte, la curva in fondo da su un bosco di faggi e pini, il sole batte, c’è odore di bagnato. Una pattuglia di partigiani, i Grigi della Valle, lo recupera, non lo riconosce ma capiscono che è uno dei loro. Lo lasciano alla stazione di Porretta, gli dicono di tornare a Modena.

Lui prende un treno, poi un altro, poi un altro, poi a piedi il confine, e poi un altro. Sono giorni in cui chi controlla è controllato, e chi scappa assomiglia a chi lo insegue, insomma nessuno lo controlla. E arriva a Aix En Provence. E li resta.

1945, Aix En Provence, Chiesa di Saint Maxime

Il matrimonio è molto più di una festa, per Guillame e Amadou. La loro primogenita, Sophie, e questo italiano, comparso dal nulla pochi mesi prima, esplodono di felicità, di intesa, di entusiasmo, di amore, di passione. Lo sa tutto il paese, dove l’italiano lavora come garzone in una banca sul corso. Sophie è mezza matta, anche questo lo sa tutto il paese. Che poi, mezza matta è un modo sbrigativo per raccontare tutto quello che è Sophie. Occhi neri, veloci, capelli color del tramonto, le guance rosse con il sole d’estate, bianche come il latte a gennaio, le gambe sottili e i seni grandi, sodi, forti. Sophie sarebbe bellissima, dicono in paese, se non fosse matta. Per qualcuno, Sophie è semplicemente bellissima. E così è una festa enorme, il 12 giugno del 1945. Anche se sembra tutto così veloce.

1949, Ventimiglia

Sembra che Ventimiglia sia il punto migliore per trovare un compromesso. C’è il mare, a cui Sophie non può rinunciare, c’è l’Italia a cui lui non può rinunciare, c’è un lavoro, a cui non possono rinunciare, c’è una vita intera davanti. Sono giovani, hanno visto la guerra, è ora di ricominciare. A Ventimiglia.

Amanda nasce a Ventimiglia, nel 1968. Nel 1968 nascono cose pazzesche, e muore la fiducia che andrà tutto bene. Amanda ha gli occhi della mamma, le mani di papà e il cuore grande come il mare.

E’ nel 1988, a Milano, per precisione in Piazza Santo Stefano, che Amanda si trova davanti a Giulio. Giulio vuole fare l’amore. E’ chiaro a tutti, anche ai compagni di università, Lettere Moderne. Amanda vuole fare la guerra. Perchè ha la guerra nel sangue, la Provenza, il mare, insomma tutte quelle cose che possono rendere una donna bellissima una questione difficile da risolvere per un uomo. E Giulio, se dobbiamo mettere i puntini sulle i, non è un uomo. Ancora. Lo diventerà nel 1994, con il cancro di suo padre, e tutto il casino che verrà. Ma non lo sa ancora.

Amanda piange spesso. Le viene così. Sono lacrime eterne e infinite, per questo quando piange sembra un fiume in piena. Non sa perchè. Ha pianto in spiaggia, al tramonto, mentre tutti brindavano. Ha pianto la prima volta che un uomo è entrato dentro di lei, ha pianto una notte, svegliandosi sola. Ha pianto tante volte senza sapere perchè.

Con Giulio ha pianto al cinema e a cena. Niente di strano.

Ma Giulio non sa niente.

Amanda prende la sua bicicletta azzurra e inizia a pedalare verso casa.

Giulio non la segue.

Ma che cazzo vuol dire affogare nelle lacrime, pensa Amanda pedalando.

Ma cosa cazzo devo fare con questa donna, pensa Giulio, ma ci pensa poco, perchè trova degli amici, davanti all’Università, con del vino e un programma che sembra la fine del mondo.

Amanda e Giulio prendono due strade diverse. Molto diverse. A Giulio tocca di crescere di colpo, beh insomma di colpo a ventisei anni, Amanda si sposa, sul mare, nel giorno giusto ma con l’uomo sbagliato. Giulio ha due figli, un problema con il lavoro, una macchina che non funziona, come il matrimonio, una madre che non si ricorda come si chiama, e tanta stanchezza, tutta quella che gli occhi riescono a contenere.

E’ ottobre, fa freddo, piove. Che palle, pensa Amanda.

Entra nel bar dove Lucia le ha dato appuntamento.

Al bancone ordina un gin tonic. Si appoggia. Fa un sorso. Sta pensando a quel corso di yoga che costa come un motorino, ma che sembra davvero bello. E al cibo per Nerone, il gatto sordo che ha trovato mentre era in vacanza a Roma.

Giulio riconosce le mani, gli occhi e poi i capelli. Amanda è sempre bellissima.

E glielo dice.

  • sei sempre bellissima, Amanda.
  • cosa cazzo vuol dire, che sono sempre bellissima?
  • Ah, ricominciamo?

E’ andata così

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